L’Imperatriz Leopoldinense è una scuola di samba a me molto cara. Per il Carnevale di Rio de Janeiro, la verde-bianco sfilerà con un enredo che racconta la storia del denaro e un samba-enredo (intitolato “Me dá um dinheiro aí!”) ironico, solare e pieno di allegria.
Il racconto della Imperatriz Leopoldinense si soffermerà prima su due leggende che hanno al centro il tema della ricchezza e della povertà: quella di Robin Hood, che rubava ai ricchi per dare ai poveri, e quella di Re Mida, che trasformava in oro tutto ciò che sfiorava.
Il passo successivo è parlare dell’invenzione del denaro e delle monete e l’Imperatriz Leopoldinense ci trasporterà nell’antico Regno di Lidia (attuale Turchia), dove nel VII secolo prima di Cristo sarebbe nato questo strumento rivoluzionario.
Boas ações não representam dividendos
A roda gira pro mais forte, poucos têm a sorte
De virar o jogo que o destino fez
Tem pato mergulhado no dinheiro
E o povo brasileiro nada por migalhas outra vez.
Con un lunghissimo salto nel tempo e nello spazio, si passa poi al Brasile nel Cinquecento, quando le potenze coloniali europee intrattennero i primi scambi con i popoli indigeni autoctoni.
Sempre rispetto al Brasile, non mancano le critiche. Viene narrata la vicenda triste della Casa da Moeda da Bahia, dove erano forgiate le monete usate per la compravendita di schiavi provenienti dall’Africa. Fino ad arrivare ai tempi più recenti, dove la società spesso è ingiusta e la distribuzione delle risorse iniqua.
Quindi, l’Imperatriz Leopoldinense sdrammatizzerà con un carro allegorico dedicato a Zio Paperone e con un ultimo tuffo, questa volta nel futuro, per parlare di criptovalute e sistemi di pagamento impensabili in passato.
L’Imperatriz Leopoldinense riesce ad affrontare con ironia e con il sorriso un tema che scotta e che in Brasile, paese con una delle più alte disparità economiche al mondo, è assai sentito.
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