La favela di Vidigal è una delle più famose di Rio de Janeiro.
Si tratta, senza dubbio, della favela più fotografata dai turisti, visto che si arrampica in bella vista sul Morro Dois Irmãos, la bellissima montagna alla fine della spiaggia di Leblon. Quando vi domanderete qual è la favela sullo sfondo di Ipanema, sappiate che si tratta proprio di Vidigal.
Il paesaggio composto da mare, montagna, foresta, favela e grattacieli è una delle cartoline più classiche di Rio de Janeiro ed è ormai entrato a pieno diritto nell’immaginario collettivo di quanti vivono o visitano Rio de Janeiro. Forse il panorama della spiaggia di Ipanema non sarebbe così emozionante senza le luci di Vidigal ad illuminare la notte carioca.
Favela di Vidigal: contrasto ricchi e poveri
Per la posizione che occupa, la favela di Vidigal è il simbolo del contrasto tra i ricchi e i poveri di Rio de Janeiro. Ad enfatizzare ancor più tale contrasto concorre l’hotel Sheraton che si trova a pochi passi dell’ingresso della favela di Vidigal: uscendo dall’hotel è sufficiente attraversare l’Avenida Niemeyer e salire qualche scalino per trovarsi nel bel mezzo delle baracche.
Attualmente la favela Vidigal è riconosciuta come quartiere ufficiale situato tra Leblon e São Conrado. Il nome della favela deriva da quello del maggiore Miguel Nunes Vidigal, ufficiale della polizia militare di Rio de Janeiro, che nell’Ottocento ricevette il terreno in dono, come ricompensa per i suoi servigi.
Le prime baracche della favela vennero edificate intorno al 1940. Oggi la favela possiede circa 25.000 abitanti, che, secondo una ricerca della Universidade Federal Fluminense del 2007, si trovano in situazione di povertà estrema e devono convivere con i continui conflitti tra forze dell’ordine e bande di trafficanti.
Vidigal è una delle favelas della zona sud di Rio de Janeiro scampate alle politiche rimozioniste degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. All’interno della favela operano numerose organizzazioni non governative con progetti di solidarietà e sviluppo locale.