Alô Alô dabliú Brasil. Qui è Jacarezinho, anno domini 1990.
Le strade si inerpicano su per il morro in un groviglio di curve, scale e lamiere organizzate in un ordine casuale e colorato. Da qualche angolo si sente la batucada della scuola di samba Unidos do Jacarezinho e la chitarra elettrica di Jorge Ben, che da qualche tempo si fregia di un Jor appena dopo il Ben: Jorge Ben Jor suona meglio, dopotutto.
Con la sua chitarra elettrica intona due accordi, sempre gli stessi. Jorge Ben Jor suona e nel frattempo fotografa e racconta, in uno stream of consciousness ripido come le strade della favela, l’immagine di Rio de Janeiro.
Ci sono i narcotrafficanti a Jacarezinho, attento alla polizia, nasconditi, sparisci e fa sparire le tracce!
Alô Alô dabliú Brasil. A Rio de Janeiro c’è la politica. Fernando il bello, al secolo Fernando Collor de Mello, presidente del Brasile dimessosi il 29 dicembre del 1992 a causa di un impeachment, il primo dell’America Latina, per le accuse di corruzione, evasione fiscale ed esportazione di valuta. E ci sono Cabral 1 e Cabral 2. Il primo, Pedro Álvares Cabral, navigatore portoghese considerato lo scopritore della “filial”, il Brasile; il secondo, Bernardo Cabral, ex ministro della giustizia e latin lover d’alto borgo dimessosi per la tresca con Zélia Cardoso de Melo, ex ministro dell’economia.
Alô Brasil, Cabral 2 tentou e se deu mal!
Un ritratto impietoso.
Alô Alô Tia Leia, perché a Rio de Janeiro c’è anche lei, Lea Millon, già impresaria di Gilberto Gil, Caetano Veloso, Gal Costa, Maria Bethânia.
Salve Tia Leia, salve simpatia.
Alô Alô dabliù Brasil, e alô alô Rio de Janeiro, città complessa e in continua evoluzione. Mosaico di storie a volte difficili da raccontare, che Jorge Ben Jor accenna ma non descrive, facendo di “W/Brasil (Chama o Síndico)” una delle composizioni più ermetiche della musica brasiliana. In fondo, perché Tim Maia sia amministratore di condominio non ci è dato saperlo.
Dabliù Brasil è l’istantanea a volte impietosa, altre volte meno, di una città bella, troppo spesso ferita da trafficanti e gente di malaffare. Ma è anche l’inizio di una rivoluzione musicale fatta di suoni elettrici, incursioni di fiati e funk na cabeça. Alô Alô Dabliù Brasil, Salve Jorge Ben Jor!
Racconto scritto a quattro mani da Pietro Scaramuzzo e Simone Apollo per la rubrica Note Carioca.




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