Nel 1982 Gonzaguinha si chiedeva cosa fosse veramente la vita e scrisse una delle canzoni più belle della musica brasiliana. “O que é, o que é” è un samba che, quando lo ascolti, i brividi proprio non li trattieni. Non ce la fai perché melodia e testo ti arrivano dritti al cuore. Parla di qualcosa che tutti noi ci chiediamo, anche se facciamo finta di non pensarci. La vita, le tante domande che ci pone e le uniche risposte che contano: quelle semplici, vere e pure.
L’Império Serrano è una scuola di samba delle più antiche di Rio e ha le sue radici a Madureira, dove si trova la comunità di Serrinha. Ho avuto il piacere di visitare la favela pochi mesi fa per un progetto fotografico e vi dico che è uno di quei luoghi dove respiri il profumo ancestrale delle radici, tutte africane, del samba. L’identità brasiliana e carioca deve molto a questa comunità che magari, perché no, dovrebbe essere patrimonio UNESCO.
Per il Carnevale di Rio de Janeiro 2019, l’Império Serrano ha fatto una scelta che per alcuni è azzardata. A me piace molto: l’enredo gira intorno agli interrogativi che Gonzaguinha si poneva quasi quaranta anni fa e il samba-enredo sarà proprio la canzone immortale del figlio di Luiz Gonzaga.
Chissà che la scelta non sia dovuta anche al fatto che l’Império Serrano doveva essere retrocesso lo scorso anno e invece è stato graziato ed è rimasto nel Gruppo Speciale. In fin dei conti, “O que é, o que é” è un pezzo che fa crescere per definizione il senso di gratitudine. Immaginate quando a cantarla sono migliaia di persone dentro al Sambódromo…
Cosa significa veramente vivere? È una lotta? È un cuore che batte? È solo un’illusione? È un niente nel mondo? È accumulare cose e momenti, allegria e tristezza? O forse è un mistero e solo Dio sa cosa sia veramente. Chissà.
Gonzaguinha alla fine “si accontentava” della risposta limpida dei bambini: è la vita ed è bella. Non pensiamoci troppo, non vergogniamoci di essere felici e sorridiamo.
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